Agricoltori senza frontiere: monta la protesta contro governi e Ue
Gli agricoltori protestano contro l’aumento dei costi di produzione, la burocrazia europea e l’import del grano ucraino, che ha fatto scendere i prezzi dei prodotti in tutta Europa.
A oltranza e nel modo più efficace per dare visibilità alla loro protesta.
Gli agricoltori francesi non mollano: il blocco delle autostrade che conducono a Parigi continua. La capitale è stretta nella morsa dei trattori che minacciano di bloccare la città e il suo principale mercato di approvvigionamento.
Costi, import e burocrazia nel mirino
I produttori sostengono che i loro redditi stanno diminuendo a tal punto che il loro lavoro è a malapena sostenibile. Una crisi che – secondo gli operatori del settore – è legata all’aumento dei costi di produzione (ad esempio dei fertilizzanti) e all’import del grano ucraino, che ha fatto scendere i prezzi dei prodotti in tutta Europa.
Per questo motivo, le associazioni di categoria puntano il dito sugli accordi di libero scambio che, a loro dire, avvantaggiano gli agricoltori stranieri. Ma l’elenco delle criticità comprende anche la pletora di norme, che regolano il settore, e che non sono più accompagnata dai vantaggi che prima erano di supporto al comparto. Tra questi, figurano le agevolazioni fiscali per ridurre il prezzo del gasolio pagato dagli agricoltori, che sono state annullate.
Un movimento di protesta europeo
Le proteste non sono però solamente francesi. Germania, Polonia e Romania, ma anche Belgio, Italia e Spagna stanno assistendo a un’ondata di manifestazioni.
In Spagna, tre dei principali sindacati agricoli hanno annunciato martedì che si uniranno al movimento di protesta. I blocchi francesi stanno già causando danni agli autotrasportatori spagnoli e portoghesi, che non possono attraversare il Paese. Secondo l’Associazione spagnola dei datori di lavoro dei trasporti, i danni ammontano a più di 12 milioni di euro al giorno.
Anche in Belgio gli agricoltori hanno protestato martedì. Decine di trattori hanno bloccato la tangenziale di Anversa, creando ingorghi. Il blocco è stato rimosso alle 10 del mattino, ma il traffico è rimasto limitato. Gli agricoltori belgi criticano le politiche ambientali dell’Unione europea i cui costi sono a carico dei lavoratori, le importazioni di cibo a basso costo e l’aumento dei costi.
La situazione in Italia, tra blocchi di strade e porti
In Italia centinaia di trattori si sono riversati sulle strade e autostrade di diverse regioni: Lombardia, Veneto, Toscana, Sardegna su tutte. Anche gli agricoltori italiani protestano contro l’aumento del prezzo del gasolio e il divario tra prezzi pagati ai produttori e quelli dei prodotti sul mercato.
“Il lavoro non è più remunerativo – dicono – i costi di produzione non vengono coperti”.
Nel mirino anche l’Unione europea che – secondo gli agricoltori – penalizza i mercati nazionali.
Anche negli scali portuali sardi il presidio continua coni blocchi a intermittenza delle merci in entrata e in uscita da Cagliari.
“Vogliamo un confronto con le istituzionali nazionali e europee perché questa situazione cambi” commenta Roberto Congia, uno dei portavoce della protesta organizzata da Riscatto agricolo e Movimento pastori.
In tutti i Paesi europei, nei quali la protesta si sta sviluppando, i bersagli della rabbia dei manifestanti sono di solito gli stessi: i governi nazionali, considerati incapaci di sostenere i loro agricoltori, e l’Unione europea, accusata di imporre regolamenti onerosi e di non tutelare i mercati nazionali.
, 2024-01-30 15:48:02