Gaza: il leader di Hamas atteso al Cairo per la tregua con Israele
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh è atteso al Cairo per discutere la tregua con Israele, ma per Tel Aviv ancora non sono state definite le condizioni necessarie. Intanto Benjamin Netanyahu chiede la chiusura dell’Unrwa. Il bilancio dei morti nella Striscia si avvicina a 27mila.
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh è atteso giovedì primo febbraio al Cairo, in Egitto, per discutere della proposta di tregua di sei settimane, arrivata grazie agli sforzi di mediazione del Qatar e dell’Egitto. Si tratta di un piano in tre fasi che inizierebbe con una sospensione iniziale dei combattimenti di sei settimane e con maggiori consegne di aiuti a Gaza.
Cosa prevede la proposta di tregua tra Hamas e Israele
Solo “donne, bambini e uomini malati sopra i 60 anni” detenuti da Hamas verranno liberati in cambio di prigionieri palestinesi in Israele, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Afp. Sarebbero 136 gli ostaggi rimasti prigionieri a Gaza, su circa 240 persone rapite in totale.
Tuttavia, in un videomessaggio pubblicato su X il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele non accetterà un accordo a qualsiasi prezzo per liberare gli ostaggi. Per il premier ci sono ancora molte condizioni da discutere. “Non porremo fine alla guerra, non ritireremo l’esercito israeliano dalla Striscia e non rilasceremo migliaia di terroristi”.
Le operazioni di Israele si intensificano a Khan Younis
Dopo gli attacchi aerei e via terra che hanno devastato il nord di Gaza, l’esercito israeliano si sta ora concentrando sul sud del territorio. Migliaia di palestinesi sono fuggiti da Khan Younis, dove gli ospedali sono ancora sotto assedio, i bombardamenti si sono intensificati e l’esercito israeliano sta conducendo varie operazioni con i carri armati.
Più di un milione di persone sfollate a causa della campagna militare israeliana sono rifugiate in 154 centri di accoglienza dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) o nelle loro vicinanze.
L’Unrwa ha dichiarato che il suo personale è stato costretto ad abbandonare le proprie strutture nella città devastata dalla guerra. “Abbiamo perso una clinica, i principali rifugi e le strutture che sostenevano la popolazione di Khan Younis”, ha dichiarato il direttore dell’Agenzia a Gaza, Thomas White, mentre il personale si univa alle migliaia di persone in fuga dalla città. Gli abitanti non hanno un posto dove andare e non sono al sicuro da nessuna parte, né a casa, né in ospedale, né nei rifugi dell’Onu, ha sottolineato l’Agenzia.
Netanyahu chiede la chiusura dell’Unrwa
L’Agenzia per i rifugiati palestinesi ha riferito che l’esercito israeliano ha attaccato i suoi locali a Gaza almeno 260 volte, causando almeno 360 vittime dal 7 ottobre tra cui 150 membri dello staff.
A causa della recente indagine sui dipendenti dell’Unrwa, accusati di collusione con Hamas e di aver preso parte all’attacco contro Israele del 7 ottobre 2023, Netanyahu ha affermato che la missione dell’Unrwa “deve essere interrotta” e che l’Agenzia deve essere chiusa.
“L’Unrwa è totalmente infiltrata in Hamas, è al servizio di Hamas, nelle sue scuole e in molte altre cose. Dobbiamo sostituire l’Unrwa con altre agenzie Onu e altre agenzie di assistenza, se vogliamo risolvere il problema di Gaza come intendiamo fare”.
Problemi per l’invio di aiuti umanitari a Gaza
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus, ha dichiarato che “L’Oms ha incontrato grandi difficoltà persino a raggiungere gli ospedali nel sud di Gaza. “Sono stati segnalati pesanti combattimenti nei pressi degli ospedali di Khan Younis che “impediscono l’accesso alle strutture sanitarie per i pazienti, gli operatori sanitari e le forniture”.
Lunedì 29 gennaio una missione dell’Onu ha consegnato forniture mediche all’ospedale Nasser, ma alle altre missioni per la consegna di carburante e cibo non è stato dato il via libera. Un altro tentativo è stato effettuato nella giornata di martedì ma a 500 metri dal checkpoint il cibo è stato preso dai camion dalla folla disperata.
Nonostante le difficoltà, l’ospedale continua a offrire servizi sanitari, anche se a capacità ridotta, con una sola ambulanza e utilizzando carri trainati da asini per il trasporto dei pazienti.
“Parliamo di persone disperate che prendono il cibo dai camion”, ha dichiarato alla stampa il dottor Mike Ryan dell’Oms. “Cosa fareste voi in quella situazione se la vostra famiglia sta morendo di fame? Questa è una popolazione che sta morendo di inedia, che non è parte in causa in questo conflitto ma che viene spinta sull’orlo del baratro”.
Il bilancio delle vittime dall’inizio del conflitto tra Hamas e Israele
Si avvicina a 27mila il bilancio dei morti causati dall’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e a 66mila il numero dei feriti. Secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità a Gaza, gestito da Hamas, sono state uccise 26.750 persone, tra cui più di 11.500 bambini e 7.300 donne. L’85 per cento della popolazione della Striscia ha abbandonato la propria casa. Nell’attacco del 7 ottobre in Israele sono state uccise da combattenti di Hamas 1.200 persone.
, 2024-02-01 07:15:17