Ilaria Salis, Orbán parla con Meloni e promette un trattamento equo

Orbán: “Il procuratore non è riconducibile al governo, ma posso intervenire perché Ilaria Salis abbia un trattamento equo”. Gli avvocati lavorano per ottenere gli arresti domiciliari, prima a Budapest e poi in Italia

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Quasi un anno di oblio, ma adesso il caso di Ilaria Salis, la trentanovenne di Milano detenuta in Ungheria con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di due estremisti di destra a Budapest nel febbraio del 2023, sta subendo un’accelerata.

Dopo l’apparizione in catene in tribunale e la pubblicazione della lettera di Salis, in cui la donna denuncia le condizioni degradanti in cui è costretta a vivere in carcere, la vicenda è rimbalzata in cima all’agenda istituzionale con il faccia a faccia tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo ungherese Viktor Orbán.

Il premier ungherese Orbán parla con Meloni

“Ho dato alla presidente del Consiglio tutti i dettagli sulla detenzione della cittadina italiana Ilaria Salis – ha detto il premier ungherese dopo l’incontro con Meloni – ho chiarito che nel sistema ungherese il pubblico ministero non è riconducibile al governo, ma al Parlamento“.

Orbán ha dunque precisato che il sistema giudiziario è indipendente dal governo: “C’è una cosa che posso fare ed è quella per cui ho un’influenza legittima: garantire che alla detenuta sia assicurato un trattamento equo. E prometto che verrà fornito un trattamento equo“. Il premier ungherese ha anche sottolineato che Ilaria Salis non è stata isolata, ma che ha potuto fare telefonate e mettersi in contatto con la sua famiglia.

Gli avvocati vogliono ottenere i domiciliari per Salis

L’obiettivo dei legali di Salis è quello di ottenere gli arresti domiciliari in Ungheria: si tratta della condizione necessaria, seppure non sufficiente, per poi chiedere di scontare i domiciliari in Italia. L’ipotesi resta in piedi nonostante sia difficile, come si evince dal post pubblicato dal portavoce del premier ungherese, Kovacs: “I reati in questione sono gravi e la credibilità di Ilaria Salis è discutibile – si legge nel testo – Le misure adottate nel procedimento sono previste dalla legge e adeguate alla gravità del reato commesso”.

Il caso Salis è però diventato politico dopo la convocazione dell’ambasciatore a Roma e l’intervento della premier Meloni. L’estradizione non è un’opzione percorribile perché i reati contestati sono stati commessi in Ungheria. L’espulsione può però avvenire in caso di condanna (Salis rischia però 11 anni di prigione). Oppure, nell’eventualità che la donna venga messa ai domiciliari, la detenzione può essere scontata in Italia.

In caso di fallimento di tutte le opzioni negoziali, gli avvocati di Salis non escludono un ricorso alla Corte europea di Strasburgo per la violazione della Convenzione dei diritti dell’uomo.

, 2024-02-01 15:28:14