Marozsan, il killer silenzioso: 4 vittorie su 5 contro i top-10
Effettivamente, un anno fa viaggiava al di fuori dei primi 100 giocatori, tanto che si sorprende ancora quando gioca nei grandi stadi del Tour, come a Miami dove ha sconfitto Rune in un’ora. Tuttavia, un giorno ha realizzato che la sua dimensione doveva essere diversa rispetto ai tornei Challenger a causa della qualità superiore delle armi in gioco. Ha migliorato la smorzata (che fa davvero male), ma ha anche perfezionato il suo servizio e imparato rapidamente a reggere il ritmo dei scambi lunghi del Tour, ottenendo grandi risultati e diventando un nome sempre più frequente nei grandi tornei. Ci si chiede se non possa diventare uno di quei top player contro cui vince più spesso che no.
Rispetto ad altri, è arrivato con più calma, forse anche a causa della pigrizia che lui stesso definisce come il suo peggior difetto nella scheda ATP. Questo sarebbe un difetto per chiunque, e ancora di più per uno sportivo professionista, ma non gli sta impedendo di progredire. Ha dichiarato: “Quando inizi a vincere partite importanti, la consapevolezza cresce di conseguenza. Specialmente quando ti rendi conto che non vinci solo una partita ogni tanto, ma ne vinci parecchie di seguito (fra Indian Wells e Miami ne ha già vinte sette). Ho fatto ottime cose in California e sono arrivato a Miami con molta fiducia e voglia di vincere”.
Il suo obiettivo per il 2024 era entrare nella top-50, e ci è riuscito in meno di tre mesi. Ora punta a finire l’anno nei primi 30, un traguardo che non lo spaventa, considerato il suo attuale rendimento e la sua abitudine da giocatore di alto livello a dare il meglio quando la posta in palio è alta.