Carlo Ancelotti spiega la grande sorpresa riguardante Jude Bellingham e afferma che vincere è un sollievo non una felicità
Il manager del Real Madrid Carlo Ancelotti ha ammesso di sentirsi ancora nervoso prima delle partite, anche se appare tranquillo e sereno all’esterno. L’italiano cercherà di orchestrare il progresso del Real Madrid in Champions League, visto che si scontreranno con il Manchester City per la terza stagione consecutiva.
Prima nella conferenza stampa aveva accusato i suoi giocatori di mancare di personalità prima della partita, qualcosa che Jude Bellingham ha dimostrato di avere in abbondanza. Il giovane inglese di 20 anni è il miglior marcatore del Real Madrid in questa stagione, e ad Ancelotti è stato chiesto cosa dia loro.
“È un grande giocatore, compare in area al momento giusto. Fisicamente è molto forte, copre molto terreno e contribuisce molto in difesa. Crea spazi e opportunità per noi”.
La cosa che ha sorpreso di più sia Ancelotti che i compagni di squadra di Bellingham non è la sua qualità sul pallone, ma la sua intelligenza emotiva.
“La chiave è che è molto maturo, nonostante abbia 20 anni, per la sua età ha le cose a posto là su. È molto professionale e umile, non ci sorprende come giocatore, ma come persona sì. È molto maturo”.
A 64 anni, è uno dei manager più esperti del gioco, e ha vinto più Champions League di chiunque altro rimasto in competizione, ma soffre ancora di nervosismo pre-partita.
“Sì, molto nervoso. Le ore prima della partita, a livello personale. La sconfitta è sofferenza, la vittoria è felicità? No, è davvero un sollievo. Perché i giorni dopo sono più calmi. La sofferenza fa parte del lavoro, mi tiene vivo, è carburante per me”.
Non è qualcosa che si vede, né sembra influenzare i suoi giocatori. Una delle cose per cui il Real Madrid si è particolarmente distinto negli ultimi anni è stata la loro capacità di segnare gol importanti sotto pressione, come dimostrarono quando eliminarono l’ultima volta il Manchester City, segnando due gol negli ultimi dieci minuti per passare alla finale.