L’Europa League: un tabù per l’Italia, con la nostalgia della Coppa UEFA.
Dal cambio di format da Coppa Uefa a Europa League, la seconda competizione continentale è diventata un tabù per le italiane.
Sono lontani i tempi in cui l’Europa League era un mare nostrum per le squadre italiane. Con il cambio di format e di nome, la competizione continentale è diventata un ostacolo difficile da superare per i club italiani. Negli anni ’90, l’allora Coppa Uefa era diventata una faccenda tutta tricolore: tra il 1989 e il 1999, le squadre italiane hanno dominato la competizione con tre vittorie dell’Inter (1991, 1994 e 1998), due della Juve (1990 e 1993), due del Parma (1995 e 1999) e una del Napoli (1989), con ben quattro finali tutte italiane.
Tuttavia, con il cambio di format e l’evoluzione della competizione, le squadre italiane hanno faticato a ripetere quel successo. Per anni, le squadre italiane hanno snobbato la competizione colpevolmente e ci sono voluti anni per tornare competitive. A partire dal 2010, le squadre italiane hanno iniziato ad avvicinarsi al trofeo, ma hanno sempre mancato l’occasione di vincerlo. La Juventus e il Napoli sono stati semifinalisti nel 2014 e nel 2015, mentre Inter e Roma sono stati sconfitti in finale dal Siviglia nel 2020 e nella scorsa stagione.
Ora, spetta a squadre come l’Atalanta, il Milan e la Roma provare a spezzare questo tabù. L’Atalanta è impegnata in una sfida proibitiva con il Liverpool, mentre Milan e Roma si sfideranno tra di loro per tentare di avanzare nella competizione. È evidente che l’Europa League è diventata un obiettivo difficilmente raggiungibile per le squadre italiane, ma con determinazione e impegno, è possibile rompere questo tabù e portare il trofeo in Italia una volta di più.