Nole tra strane vittorie e l’impareggiabile ricordo di Kobe: il mio amore per il rischio
Novak Djokovic ha raggiunto le semifinali a Monte-Carlo, ma è insoddisfatto del suo modo di giocare. “Il mio ‘festeggiamento di Medvedev’ alla fine non era altro che un segnale di sollievo. Non ero proprio felice, preferivo solo che fosse finita anziché festeggiare. A volte lo faccio per gioco, altre volte festeggio davvero. È un complimento per me essere paragonato a Daniil. Trovo il suo modo di fare molto interessante e divertente. Oggi ero in stile Medvedev…”
“Riguardo alla partita e al tennis espresso da entrambi, concordo con Alex su quanto sia stata brutta. Nel secondo set c’erano molti errori non forzati e numerosi break. È normale vedere più break sulla terra battuta, ma è stato un po’ troppo oggi, una giornata particolare”.
Una vittoria in un brutto match, come il tema di “Winning Ugly” di Brad Gilbert che emerge. “A volte devi trovare un modo per vincere, ed è stato così oggi. Ho avuto momenti buoni e altri complicati, ma alla fine sono riuscito a fare il break nei momenti chiave per vincere”.
In conferenza stampa viene menzionato Kobe Bryant, grande amico di Djokovic, che parlava dei dettagli che creano emozioni nello sport.
“Per noi tennisti, il dettaglio è il suono del colpo, della palla che colpisce. Mi diverto guardando i video delle partite, ma mentre gioco sono concentrato solo sull’energia del pubblico e della competizione. Mi piace l’emozione delle farfalle nello stomaco prima della partita. Nonostante tutte le partite giocate, provo ancora la nervosismo ed eccitazione prima di entrare in campo”.
E su incertezza del futuro, Djokovic riflette “C’è una bellezza nell’ignoto. Quando visualizzi di realizzare i tuoi sogni, c’è un grande potere. Ma in campo, molti elementi possono influenzarti, la tua mente e il tuo tennis. Sai che può accadere di tutto”.