Montecarlo: regno di teste coronate e vichinghi che cadono
I vichinghi si sono estesi nelle loro incursioni fino in Africa e in Italia, e ora fanno la loro comparsa anche sulla Costa Azzurra con il norvegese Casper Ruud e il danese Holger Rune, tra i protagonisti del Masters 1000 di Montecarlo. Nonostante un torneo così prestigioso, che ha visto il dominio di Rafa Nadal per ben 11 titoli in 14 anni, la finale di quest’anno si svolge senza le prime due teste di serie.
Questa competizione, con una lunga tradizione che risale al 1897 e un albo d’oro che annovera i più grandi nomi del tennis, è l’unico torneo di categoria 1000 in cui i migliori 10 giocatori non sono obbligati a partecipare senza subire penalizzazioni in classifica. Questo perché non ci sono spazi sufficienti per garantire le condizioni dei super-tornei, secondi solo agli Slam per numero di partecipanti (donne incluse), campi e premi.
Il Monte-Carlo Rolex Masters ha attrattive turistiche mozzafiato, la bellezza unica del Country Club, una tradizione consolidata, la residenza fiscale di molti protagonisti del tour e il ruolo di apertura della stagione europea sulla terra rossa, contribuendo ad attirare sempre un elenco di partecipanti di altissimo livello. Tuttavia, pochi giocatori, provenienti da tre mesi di competizioni su superfici dure, sono già pronti per affrontare la nuova sfida sui campi di terra rossa, più lenti, impegnativi e imprevedibili nei rimbalzi e meno favorevoli al servizio. Almeno a quello basato sulla potenza.