La prima visione di Jannik a Roma prima di diventare… Sinner
Il giorno stesso, incontrando Riccardo Piatti nel players’ lounge, ho raccontato la mia ‘visione’. In quel momento era l’allenatore di Milos Raonic. A sua volta, ha condiviso una segnalazione con me. “A Roma c’è un giovane italiano che un giorno sarà protagonista su questi campi. Si chiama come Noah (l’ex grande campione francese n.d.r)”. Ci siamo resi conto che stavamo parlando della stessa persona, Jannik.
Riccardo, esperto di formazione di giocatori di alto livello, ha visto in Sinner, che da giovane è stato uno dei migliori sciatori a livello nazionale, delle qualità simili a quelle che aveva notato in Novak Djokovic quando lo aveva allenato. Anche Djokovic, da bambino, aveva imparato a sciare prima di giocare a tennis, dato che suo padre gareggiava sulla neve.
Non è normale che un diciassettenne italiano guadagni 222 posizioni nel ranking professionistico in una settimana, arrivando direttamente al numero 324 ATP. Diventando così il junior meglio classificato al mondo. Ma ci stiamo abituando a queste sorprese. È una sensazione fantastica.
Il fatto che Jannik non sia un fenomeno isolato ma faccia parte di una serie di azzurri in crescita, lo aiuterà a continuare il suo percorso senza troppa pressione. Il coach di Riccardo Piatti, Andrea Volpini, rappresenta la mentalità vincente del gruppo: “Le aspettative? Se uno ha obiettivi ambiziosi è normale che attiri l’attenzione. Ma noi non ci preoccupiamo: le aspettative sono quelle che ci mettiamo noi stessi per raggiungere determinati traguardi, non quelle che gli altri ripongono in noi”. Quindi siamo liberi di mettere i riflettori su di lui. Incrociare le dita. E sognare.
Articolo di Enzo Anderloni tratto dal numero 8/2019 di Supertennis Magazine.